Ottobre 2025
Breve vacanza e pippone lungo.

Prestart


Sei giorni di ferie all’anno.

Dopo anni di caldo, patiti persino a settembre e in quota, decidiamo di giocarci il Jolly per provare a farle in ottobre in moto ,si intende.

A dire la “vera verità”, i giorni, considerando anche il venerdì , diventerebbero ben 7. Un Lussone. Ma il venerdì era già stato destinato al cambio gomma.


Papà anziano invece al giovedì vede bene di dare i numeri e allora prendo altra giornata (non retribuita). Olè.

Sistemata, o meglio dire tamponata la “situazione” geriatrica chiamo il gommista e decido la sostituzione anticipata del pneumatico posteriore. Ci si combina.
Vado, pit stop, pago e torno a casa.

Mentre sposto la moto a mano nel box sento un rumore strano. Moto sul cavalletto , giro la ruota a mano ..gnieeeeeek gnieeeeeek…

Due opzioni.
La prima: tornare dal gommista e questionare sul discorso. Utile ? no.

La seconda : mettermi nelle mani del fido Vallisari presso il quale faccio la manutenzione dei mezzi del gruppo Piaggio.

Sono le 16 passate..

Mando messaggio whatsapp e nel frattempo mi metto in marcia per l’ officina.

Mi richiamano e rispondo comodamente tramite Mia dal casco…

– V: “dovrei vederla e sentirla.”
– Io “sto già arrivando”.

Officina e TAAAC smonta la posteriore e i cuscinetti sono andati.

Si fa tardi. Il padre ed il figlio a fatica con estrattore e pistola termica smanettano sul cerchio e alla fine vincono loro.
Se tanto mi dà tanto..chiedo di cambiare anche quello anteriore.
La cui gomma è stata cambiata due settimane prima.
Messo discretamente dai. Ma non benissimo. Allora visto che siamo in ballo cambiamo pure quello. 42.800 km .
Alcune volte accaduto su altre prima , altre dopo, altre mai. Non c’è una linearità nei guasti come nella vita.

E sarebbe tutto bene quel finisce bene tutto sommato.

Il buon Gianluigi ex pilota prima, collaudatore e sviluppatore su pista e strada di moto poi, prima di rinconsegnarle le moto le prova. Sempre. E’ stanco, è tardi ma la prova.

La sorella arriva e dice:

“a gò visto la sò faccia drio strada e secondo mi ghè se kalkossa che no và…”

Aveva ragione la sister.., rientra “ai box” e moto sul sollevatore.

Tocca appena una brugola del sensore abs e rimane sulla chiave la testa.

Sono li…in diretta…ma come casso ha fatto a sentirlo ??
Comunque “Nammo bene”! Vite spezzata.
Si decide saggiamente di rimandare tutto a domani.
Nel frattempo è sera tarda, sono lontano da casa ,avviso consorte e prendo un letto nel vicino alberghetto modello gioia di vivere nel nord est delle concerie aromatiche.

L’indomani il padre (santo OMO) arrivato anzitempo in officina vince la battaglia con la vite spezzata e :

V –“stamattina presto ho subito pensato a come fare…”

IO “mi dispiace sia stato il suo primo pensiero”

In realtà sono estremamente lieto di tanta seria e rarissima abnegazione.
Rimettono in strada la moto, Gianluigi fa ancora alcune prove di frenata.

Solo a vederlo mi contraggo talmente che dovrei andare dall’osteopata per quanto tiro i muscoli della schiena e farmi mettere delle otturazioni nuove da quanto stringo i denti.
Lui no ovviamente in relax….e poi dice

  • “A gò sèntio na legerissima vibrasion quando kè gò frenà en curva…ma na olta sola”

Se io mai dovessi frenare così sarei già morto…di infarto, o contro l’ostacolo.
Rispurga, ricontrolla , riprova.
Sorride e allora si capisce che è GO.

Arriva un signore con v85tt nuovo modello rosso fuji che penso l’abbia appena ritirata o giro di prova?
Dal vivo il bianco è un madreperla strabello.

Invece il felice neopensionato ci ha già fatto 6000 km. Nemmeno se mi mettessi un mese a lavarla mi avvicinerei a cotanto splendore e scintillio.

Colgo l’occasione per verificare se le valigie urban montino effettivamente anche sul nuovo modello.
Perchè io mi fido del prossimo…ma quando sento un condizionale che riguarda il mio conto corrente so che poi è una inesorabile fregatura. Visto il candore del suo mezzo…l’operazione la lascio fare al proprietario.

Ebbene..le Urban 2022 vanno sul 2025…nel caso di cambio al nuovo modello..

In internet sono sempre tutti più furbi di te.
Quando tizio vende la sua moto usata a xxx euro è ladro perchè la stessa moto c’è a vattelapesca a ben xxx-y nuova. Full optionals e pronta consegna.
Dal cugino di mastrogeppettodellaminkia. Io curioso chiedo un preventivo per il nuovo modello.
Ebbene tutti i conce del nordest interpellati con quella cifra (xxx-y ) ti danno la moto come la mia. USATA si intende. E pure messe peggio. Magari nemmeno tagliandate ufficialmente.

Pago e ringrazio infinitamente per il servizio e tutto il lavoro svolto dalla famiglia.

Mi dice che dovrei tenerla un po’ pulita. Sfoglio il mio vocabolario mentale…ma non trovo corrispondenza all’associazione “pulizia / moto”. Non in questi anni perlomeno. Ma mi riprometto di farlo. Ha ragione.

Lo so..state pensando :”eh col tempo che impieghi a scrivere…” e invece no ciccibelli…
scrivo quando sto controllando il papy che non si prepari un panino con la scatola di legno ed il telecomando…come avvenuto 15 giorni fa. Purtroppo.

Non scherzo..davvero. Mai su questo. Chi purtroppo è passato da questo dramma familire devastante delle malattie AlzahimerParkinsonDemenza lo sa.

Comunque sia, a casa noi, io e mia Moglie, siamo sempre organizzatissimi e infatti dobbiamo ancora preparare tutto.

Dividendoci tra una casa in stato di cantiere edile da anni, assistenza ai genitori vari ed assortiti sparsi in angoli della provincia ne consegue che abbiamo a livello vestiario tutto e nulla ovunque.
Il paradiso delle calze spaiate lo abbiamo in gran parte alimentato noi.

A nulla è valso l’acquisto di grandi set di paia uguali. La nostra cockerina ha poi provveduto a nascondere sottoterra le poche rimaste appaiate.
Siamo anche i principi del fuori stagione e delle collezioni estate/inverno sfasate ovviamente..

Ci aggiungiamo al kaos , il trasloco del figlio ed il rischio che infilassimo un costume di arlecchino taglia 6 anni tra i bagagli in luogo della termica è stato realmente concreto.
Scampato il “pericolo” minore in qualche modo recuperiamo lo stretto necessario , fracchiamo tutto dentro le valigie interne e ci saltiamo sopra per comprimerle…in modalità Jumbolo.

Se non conoscete SuperGulp e affini peggio per voi.

Le carichiamo dentro le rigide urban compatibili..trans-Annabili, partenza via e ci dirigiamo verso il nostro primo pernottamente in provincia di Cuneo.

Siccome siamo anche seri…e parliamo anche di moto, le valigie interne sono queste…diverse per i due volumi dx e sx.

Start


Nonostante tutto partenza venerdì tardo pomeriggio.
La meta era stata cambiata il giorno prima in quanto in centro italia mettevano pioggia a gògò e fare pochi giorni in moto sotto l’acqua se possiamo …no.

Quindi: tabella di marcia non rispettata ed improvvisazione.
Sia mai diversamente negli ultimi anni.
Presumo di arrivare con le ore disponibili più o meno in zona Cuneo all’ora giusta. Presunzione del cazzo.

Venerdì : traffico isterico, telefonini all’orecchio di automobilisti dopati, indi per cui pigliamo per le meno battute campagne padane.

Tsè! Fino al bresciano godiamo della simpatica compagnia dei fumosissimi trattori della vendemmia Euro-12.Amen.

Ci fermiamo un po’ ad osservare il bel castello che però non si può raggiungere in quanto una serie di divieti di proprietà privata indicano il limite oltre il quale intimano di non andare…pena castrazione. Peccato.

Salutiamo harry potter che sporge dalla torre merlata e noi babbani risaliamo in sella.


Si stà facendo tardi.. Ma va ?!
Se mai un giorno vi venisse la malaugurata idea di associarvi ad un nostro giro sia chiaro:

Non si sa bene quando si parte e non si sa bene quando ci si ferma. E dove si va.

E vale anche per i giri in giornata!

C’è stato un tempo in cui tutto andava meglio in questo senso. Normale.
I tragitti erano chiari, le vacanze lunghe, gli orari rispettati, la moto sempre pulita, partenze di primo mattino.
Io pesavo addirittura 30 kg in meno. C’era. Oggi regna l’incertezza del lavoro e la certezza di un botto di problemi in ogni direzione. E la matassa invece di sbrogliarsi sembra aumentare di volume e nodi.
Ma ho ancora la moto.

Alla fine ci immettiamo dopo Piacenza in autopalla e poi percorriamo il tratto sperimentale senza caselli. Poi finisce. Così per scherzo.
Le deviazioni , un po’ inventate e messe a caso da qualche stradino rasta e fumato dello Zambia ci portano quà e là…,ma poi siamo quasi a destinazione. Anche questa è Italia.
Ci siamo quasi .

Chiamiamo al telefono il riferimento del B&B e ci risponde la gentile SIURA che fornisce indicazioni utilissime se voleste come noi effettuare a notte fonda il periplo di tre comuni tra campi, freddo e campi.

In loco ,oltre alle industrie dolciarie , segnaliamo una efficiente fabbrica di umidità.

Viaggiamo tristemente rassegnati in orbita geostazionaria intorno a quattro cascine..e due fabbriche attendendo che uno sconosciuto astronomo noti la nostra strana bassa orbita..e segnali l’evento alle autorità.
Al secondo riuscito tentativo di contatto con il pianeta terra.

– “Non so mandare la posizione ma vengo con il furgone bianco sulla statale.”
Praticamente uno shuttle.. che aggancia un satellite.
La statale. Non una strada di 500 metri.
Avantiiiiiiiii….e poi tra una siepe spunta il muso bianco di tale furgone… smonta la simpatica canuta SIURA e ci dice di andare con lei.


Ha così ha inizio l’inseguimento.

Non so perchè ci capitino queste cose e questi strani personaggi.

Fatto stà che questa tizia parte ai 107 all’ora per una stradina di campagna larga un nano, Di notte. E noi dietro.
Dopo il “prologo” della parigi dakar arriviamo a 100 metri dalla nostra prima sosta.
Forse 80.


Sticazzi…ti avevamo detto cosa vedevamo… e la tua casa era li dietro a uno sputo.
Tardi è tardi, digiuno si digiuna…e non che dentro si senta caldissimo eh ?
Mentre timidamente accenni e fai notare che tra fuori e dentro ballano pochissimi gradi..e avevamo appena tutti concordato che facesse freddo, con un sorrisone ecologico malefico e compiaciuto esclama

“eh..in Piemonte mica si può accendere prima del 15 ottobre neh ?!”

E “va che culo” non ce lo mettiamo ?

Guadagniamo ansimando il piano superiore con i bagagli e slittando sul ghiaccio..prima uno (io) e poi l’altra siamo sotto la doccia.

Almeno quella bella calda. Ma non prima di avere rischiato un pirlo perchè la doccia è dentro la vasca..alta. E tu sei quel che sei…

La cameretta è quanto di più sobrio ci si possa aspettare…..accendi le luci e ci va bene che non siano stroboscopiche e non parta automaticamente Fever Night dei Bee Gees.
La sedia verde invece che si intravede è presumo ad uso esclusivo dei puffi.
E avrà anche il suo perchè. Il mio è : ma perchè cazzo è così bassa ?
La stanza ha un nome originale: ROSA. Non lo avreste mai detto eh ?



All’ora concordata al mattino usciamo dall’enorme marsh mellow, e durante la colazione ,che è davvero ottima , possiamo apprezzare il B&B, che poi è veramente bello. Autentico restauro in gradevolissimo contesto rurale.
Saluti, ringraziamenti, e se ci vedremo tra qualche anno, a Dio piacendo, sarà dopo il 15 ottobre.

Ultima chicca..

“ah il pedaggio… si vi arriverà il pedaggio maggiorato tramite raccomandata.”
Eh altre belle cose no ? Pedaggio si…ma maggiorazione perchè non abbiamo il telepass senza avviso all’ingresso?
Prima che apra bocca e ci appioppi una tassa locale inventata ad personam scappiamo.


Comunque sia , siamo qui e la giornata è favolosa,un peletto freschetta .

Saliamo gai tra lussureggianti pascoli muccosi, sole ridente e borghetti occitani talmente belli da voler chiedere asilo e scomparire dal mondo.

Nella resiliente bottega del graziosisssimo Campomolino acquistiamo il tipico formaggio saporitissimo CastelMagno ignorando nuovamente le stelline delle analisi del sangue e consumandolo subito golosamente con il pane sulla panchina del borgo medesimo.

A fianco della bottega una cassetta della posta , strabiliante che potrebbe pesare come una moderna utilitaria.

O forse è un forno crematorio a cui qualche simpatico occitano goliardicamente ci ha attaccato l’etichetta posta.

Il borgo è amabile e sicuramente lo sono tutti quelli a seguire. Purtroppo i giorni sono pochi.
E i borghi sono taaaaanti, milioni di milioniiiiiiiiiiii
Non così tanti ma ce ne sono.

Due chiacchere e quattro curve ed arriviamo presso il celebre Santuario di San Magno.
Quà è tutto magno…
Le foto non rendono merito all’ampio panorama da cui si gode dalla struttura e nemmeno agli sgargianti colori della antica cappella situata dietro l’altare.

Un caffè al bar del santuario stesso, e poi viaggiare circondati da questi scenari, per noi è il massimo.
4 vecchi (che avranno solo pochi anni più di noi) scendendo dall’auto (vecchi) ci chiedono informazioni sulla strada. Rispondo.
Uno inizia con “Eh…….io avevo la moto ma non quella che …” due mosse ninja e istantaneamente lo lasciamo al suo monologo sul posto e ci dileguiamo. Vecchi!
No dai..ma quasi.

Ci sentiamo avulsi dalla frenesia diffusa che vede motociclisti arrampicarsi come fossero in qualifica con quick shifter, action cam , droni , periscopi e canne da pesca alte 3 metri con webcampornomobile360gradi.

Oggi fermarsi è sempre meno contemplato se non per commentare la piega o la performance. MA DE CHE ?

Siamo ad ottobre e di fenomeni cresciuti a MEDAROSSITUTTIINPIEDISULDIVANO nemmeno l’ombra. Qui.Ora.

Si prosegue a Nord direzione colle di Sampeyre in onore di Sampei.. che è noto pescasse a fondo valle nel torrente Varaita… E se non sapete chi fosse, non vi perdete niente.


Giunti sul colle , fermarsi e sdraiarsi al sole con una vista simile è bellissimo.
Cime meravigliose a tutto tondo.

Poi languorino e in prossimità del bellissimo Borgo di San Martino di Stroppo ci fermiamo. Quattro passi , panca e che mangiamo ? Toh…pane e Castelmagno.

Magna che ti magna, arriva anche una simpatica famiglia con auto e roulotte.

No dai…c’erano prima loro di noi.


Da qui a Montoso (dove abbiamo prenotato stanzetta economica) percorrendo le stradine ci sono mille mila tonnellate di ricci di castagne per terra. Mai vista una cosa simile.
Noi in veneto avremmo sciaguratamente spianato le colline e costruito qualche decina di capannoni per fare Schei con i Marroni…. In 4 anni sarebbero rimasti 3 castagni e 100 capannoni. Bravi Piemontesi!

Per fare il checkin dobbiamo passare in un bar di un Bagnolo Piemonte. Nel messaggio di convalida, ci avvisano che ci offriranno un aperitivo. Che bello!
Ok siamo di strada. Arriviamo, ciao, apri ,chiudi, zip, documenti e ovviamente dell’aperitivo nessuna traccia. Manco acqua di rubinetto. Taccagni maledetti. Avevamo la gola secca.
La RAGASSA, ma di una volta , dietro al banco mi dice la via dove arrivare, ma vuoi che sono rintronato di mio , un po’ il rumore di sottofondo o per il viaggio ed io mi metto a ridere…perchè capisco esattamente “via RockerDuck” ..e penso “Ma questa ex giovane ci prende per il culo! oppure siamo arrivati a Paperopoli.”

Dai non può essere vero mi dico…allora chiedo gentilmente che me lo scriva.

“sa,,, la musica …(de merda..come in ogni bar d’altronde)”
Ecco il bigliettino : “Roc Del Duc.”

ahhhhhhhhhhh ! Però dai…non eravamo poi così lontani nel suono. Sono 11 km di distanza circa, molti dei quali su strada burrosamente gustosa e curvosamente libera.

Peccato che saliti sulla cima, ad attenderci il mini appartamento sia inserito in un triste contesto anni 70 che dire fuori luogo è fare un complimentone. E come potete vedere via ROCKERDUCK esiste…

Giù i bagagli e poi prendiamo qualcosa da cucinare nella bottega in basso.
Pasta e sugo.

Tadah… ma la cucina è praticamente finta. Allora vai di pane e ? Castelmagno…
Rimettiamo via l’italico pasto nelle valigie, ..tanto kg più o meno oramai..

Il letto matrimoniale da una parte è aderente ad una parete e ti trovi spalmato con la faccia all’angolo contro la carta da parati, dall’altra va un po ‘ meglio , ci passa a stento giusto giusto un anoressico preadolescente , perchè a fianco c’è pure un letto a castello bello massiccio.

Davanti al letto a castello non facciamoci mancare un armadio.

Possibile ? si.
Però è caldo , il letto c’è ed è tutto pulito. In compenso la moto è esposta ai 4 venti sulla sommità del parcheggio. Porella.
Con il sangue che presenta ancora una piccola percentuale di globuli rossi tra il caglio e sale nelle vene, ci corichiamo e non possiamo che sognare Heidi e Peter.
Per andare al cesso di notte devo fare come Nadia Comăneci..con la grazie di un bisonte.


La notte tira un gran vento. Per esperienza quando cessa o piove o il cielo è terso.
Ci va di culo con la busta meteo numero due..e la vista qui in foto è davvero notevole ma noi impegnandoci , riusciamo a fare foto scarse anche da fermi.

Il gestore dell’appartamento , tal Paperoga , vorrebbe che portassimo indietro le chiavi ma noi dobbiamo andare in direzione opposta il che vorrebbe dire fare 22 km per la sua comodità.
Concordiamo una più razionale e normale soluzione , verranno a prendersi le chiavi Qui Quo Qua lasciate all’interno. Dico …ma ti pare 22km ?


Verso i colli francesi

Direzione ovest e giunti al forte di Fenestrelle facciamo una breve sosta.

Da qualche periodo al centro di polemiche da parte di “neoborbonici” per presunte o effettive deportazioni di coloro che non accettavano l’arruolmento nell’esercito piemontese (te credo).
Non so cosa sia avvenuto. Gli storici negano.Altri controribattono. E ?
La struttura esiste. Come i castelli e tanti altre fortificazioni.
Qui in provincia di Vr, alcuni forti austriaci li hanno adibiti anche a birreria…eppure erano tuttaltro che luoghi di villeggiatura per i nostri non lontani avi.

Guardare avanti invece che indietro aiuta. Sempre.

Passata la malsana idea di fare Assietta e colle Finestre in configurazione MotoObelix e anche per non rompere un idilliaco rapporto matrimoniale che dura da ben 31 anni..andiamo ad ovest al Sestriere dove giustamente, oggi non fa proprio un casso di caldo.
Servizio velocissimo, Thè caldo fetta di strudel e poi di nuovo ad ovest.

La strada è bella, tenuta bene ma gli zero gradi mi inducono a inserire mappa cacasotto.
Non cercatela tramite levetta in quelle disponibili. Me l’hanno installata nella amigdala dopo una scivolata a passo Vezzena molti anni fa, febbraio,sera tardissima noi e il gatto delle nevi. Giuro.


Si svalica in compagnia di..

Ad un semaforo di lavori in corso facciamo la “conoscenza” di 3 italiani.

Sono “NI” , “CO” e “GLIO”. Potete facilmente anagrammare.
Non li voglio associare alle moto perchè poi mi porterei il pregiudizio mentale per anni.
E quindi non le cito nemmeno, la benelli trk 700, la cfmoto 450 e la ducati desert. OPS.

Appena arriva il verde NI ci passa alla destra tra moto ed il semaforo.
Il Coglionometro segnala 6,5.
Lui setta il suo stato mentale in ABNORMAL + quando inizia un sorpasso con striscia continua ad inizio curva.
Coglionometro 7.

Azzardato ma va beh…che potevamo aspettarci ?
“CO” che lo segue non può restare indietro nella qualifica. Al bar sport lo perculerebbero.
Il sorpasso lo fa quando la curva inizia già a stringere bene. Parecchio.
Coglionometro 8.

“GLIO” che poveraccio è ultimo dei tre (e un motivo ci sarà) , nonostante la moto grossa compensatrice del pene piccolo , percorre tutta la curva letteralmente contromano al centro corsia.

Coglionometro 9.

10 fondo scala , sei inesorabilmente morto, con annunci “prematuramente e tragicamente scomparso blabla .. a cui andrebbe aggiunto per legge alla fine “ma soprattutto perchè era un grandissimo pirla”.


Il gelo ora è molto più intenso dentro le nostre giacche che fuori. E’ un tratto frequentato ok, ma i “tres amigos de lo scroto” potevano creare un macello.
Ci infiliamo dietro ad una vettura che procede nei buoni limiti presenti. Vuoi mai che i fenomeni cerebrotesticolari tornino indietro.

Tu credi di averla scampata!
Quando la somma dei 3 qi non ne fa uno da primate, ecco che te li trovi fermi dopo 10 km cercando di scaldarsi a bordo strada.

Jeans, scarpette da ginnastica (basse) . Sigaretta. Ridono!

Il sole batte bene. E loro ? Sono dalla parte opposta all’ombra che battono i piedi.

Sarà così una esibizione di soste e sorpassi con angeli custodi a fare gli extra fino a oltre il Moncenisio.
La nostra Centenario poi col il suo verdino calza a pennello nel ruolo della tartaruga contro la lepre.
Cercheranno ogni tot km di scaldarsi, Rigorosamente all’ombra.
Alla fine li troveremo prossimi al’ibernazione , sotto la pensilina di un bus (all’ombra ) che ci saluteranno come fossimo vecchi amici bikers e noi tranquilli a proseguire.


Chiara rimane giustamente ad ammirare il bel lago di Moncenisio che non aveva mai visto. Poi si va. Ogni volta mi riprometto di ricordarmi i nomi delle cime circostanti ma sono promesse vane. Non me ne rammento una che sia una.


Moto ‘si bella che quasi sfigura lo sfondo. E il cavalier di giallo vestito na robetta…fine.

Tratta Modane Valloire Briancon nota ma sempre meravigliosa. Eh beh…ci sta il Galibier ed il Lautaret e ad onor del vero l’avevamo sempre percorsa in senso opposto.Credo..

Il sole inizia ad abbassarsi, le temperature anche e, quello che sotto nella foto sembra ghiaccio, in parte lo è proprio. Perchè -bello bello- -sole sole- ma poi a sera i tratti all’ombra ghiacciano dove di giorno scioglie.

Si passa a sud scorrevolmente tra il parco de Les Ecrines a ovest e Queras ad est.
Non ricordavo che il il Lago di Serre-Ponçon offrisse scorci di una tale bellezza mozzafiato. Altra temperatura, vegetazione, e paesaggi.

Come sempre le strade alternative alle principali sono molto meno antropizzate e le preferiamo. Siamo spesso ripagati.

Arriviamo a destinazione e stasera almeno, anche se buonissimo vorrei evitare il Castelmagno.
Siamo al “Relais du Lac” sulla D900 dove a dispetto del nome altisonante da superfichi e vacanze di Natale con DeSica ci attende una essenzialissima stanza al piano superiore.
Luogo moderno assai …lungo le scale scricchiolanti passa il fantasma di GinoCervi Maigret con la pipa in mano che non ci caga di striscio.


Ma chi se ne frega…noi come altri bikers stranieri. Fantasmi, scricchiolii, spartanità!

Doccia caldissima e poi giù al ristorante in cui stasera ci sono solo autoctoni.
Luogo realmente molto accogliente, semplice ma che trasuda autenticità e storia.

Ordiniamo e il piatto del giorno a 13 euro è sensazionale. Mangiamo davvero oramai pochissima carne. Da anni. Questa volta ci sta.
Accompagnato da una birra modesta ma adatta a noi nel nome…e poi anche molta acqua.

Francesemente satolli di cibo , andiamo a ronfare.

Ah la Provence ! Ahi la Provence !



Lunedì mattina sveglia e partenza ma non mi sento proprio proprio in grandissima forma.

La valle è fredda alle 8 quando partiamo , 1 grado sulla strumentazione che poi gira li attorno con qualcosa in più ma anche in meno..
Direzione ovest e poi sud. Si torna in pieno sole. E i panorami provenzali sono ancora strepitosi…ma oggi non li assaporo molto..anzi direi pochetto , poi nulla nella guida.

Sento un dolore al ventre e lo attribuisco a un possibile colpo di freddo. Strano.
Son sempre ben coperto e attrezzato.
Penso che alla prima stazione, come consuetudine, ci fermeremo per il rifornimento e io aitante e baldanzoso ,seppur diversamente giovine, mi ripiglierò con cipiglio in un attimo.

Arriviamo alla solitaria ETS di Selonnet pensata e creata ed installata da David Lynch in persona.
Auto distrutte, auto in riparazione, lento via vai di persone.
Tutto sembra normale.Sembra.


In qualche modo lo spirito maligno locale deve essere entrato nel mio corpo.

L’ originale “Fuoco cammina con me” diventa nella versione in onda qui oggi “fuoco spacca dentro di me”.

Faccio benzina e i dolori aumentano….due passi e faccio pipì nei campi.
Salviette igieniche in in tasca.. che malpensanti!

Da li a poco torno alla moto e inizio a sudare freddo e cerco di aiutarmi con la respirazione. 5,10,20 minuti, Nada. Nix.

Dopo Laura Palmer ecco che questo è il mio giro.

Entro e chiedo dell’acqua calda. Il signore gentile della stazione ,è non a caso la versione invecchiata e brizzolata di Dale Bartholomew Cooper e mi guarda perplesso.

Nel grande frigo delle bibite giace solitaria lattina fredda di coca cola che solo a vederla sto peggio. Surreale e brividoso..


Mi faccio due thè caldi con una bustina che mi era rimasta. E che bevo con calma.

Chiedo con il mio imperfetto francese..dove si possa dormire vicino e un “docteur“.
Non solo fornisce gentilmente tutte le informazioni necessarie ma chiama lui stesso l’ambulatorio più vicino. Sudo ho freddo e sto gran male.
“insomma sto italiano se ne va o no ?”

Sulla consunta cadrega da officina…ho praticamente quella posizione da semisdraiato con cui a scuola a volte, anzi spesso mi mandavano fuori dalla porta.
Sto da cani e mi sento maleducato in quella posa. L’educazione inculcataci …eh ?


Vabbè siamo uomini di mondo noi…abbiamo dormito a CUNEO! Passerà.

Sto / cazzo. Non faccio in tempo ad avvicinarmi alla moto che devo rientrare , non riesco a stare ne in piedi ne seduto. Rimane una ultima alternativa vergognosa.
Mi sdraio per terra davanti al banco dietro al quale ci sta la cassa con Monsieur Dale Bartholomew Cooper.

Steso sul pavimento gelido davanti all’incredulo gestore , ogni minimo movimento è un dolore lancinante. Che si diffonde davanti da sinistra a destra.
Nel frattempo ,per pagare, i clienti della stazione di rifornimento mi scavalcano e la maggior parte , parlano come niente fosse.

“Comme ca va ? ”
“Ah bien…”

Qui sappiatelo che è la normalità avere un quasi cadavere prima della cassa alle pompe di Essence.

Con i punti accumulati durante l’anno poi vinci una salma.

Arriva la MADAME del Monsieur e io sono quasi persuaso di avere una emoragia interna mentre chiamano l’ambulanza.
Dicono arriverà tra 40 minuti.
Faccio un testamento orale e ci impiego ben 1 secondo perchè no tengo dinero.

Nel frattempo sono coperto con il mio giubbotto, quello di Chiara, la copertina del kit emergenza e pure una stufetta sulla schiena ma ho freddo e mi lamento dei dolori.

Arriva il soccorso, Chiara piglia dalla moto lo stretto necessario , mi caricano e via per i monti.
Rimbalzo gioisamente sulla lettiga tra la visione di un Santo,una buca ,una curva , un dosso; il tutto in serie interminabile di ripetizioni lungo i “piacevoli” chilometri sotto lo sguardo di mia moglie preoccupata. (manco mi ha finito la casa questo!)
In ambulanza tutti sudano. Avranno messo 28 gradi.
Tranne me.
Sono un po’ preoccupati per l’ossigenazione. Bassa…
Tranquilli…dice Chiara, dopo il covid ha optato volontariamente per tenerselo basso…così per stancarsi prima e poi , ma lo dice sottovoce, vuole concorrere ad alimentare la teoria del complotto…

Allor quando a metà strada circa accade che devo fare pipì .
Fermata tecnica al primo slargo e appena termino il bisognino i dolori lancinanti si alleviano.

ECCHECAZZO.
Sono incredulo e lo dico subito al personale..

L’autista sorride sollevato al solo pensiero “Almeno non ci crepa sul furgone..ed evitiamo le merolate.”
Si migliora incredibilmente km dopo km.

Comunque si arriva a GAP nell’ospedale nel quale posso constatare che il personale con più di trentanni viene fatto sparire esattamente dopo il trentesimo genetliaco.
I vecchi medici rimbambiti invece vengono riprogrammati nel linguaggio e li mandano tutti da noi in Italia. Possibilmente dai 50 in su..e maschi. Prima destinazione Peschiera del Garda.

Cagate a parte , (età no…quello dell’ età è reale) seguono celermente ecografia fatta da ragazzetta delle superiori in pausa merenda , quindi prelievi di tutto da un gentilissimo tatuato di 15 anni reduce da un party rave coadiuvato da istruttrice piercingata di 16… no dai ma 22 anni massimo. Lavorano bene e questo è quello che vale.Bravi.
La linea telefonica del telefono è scarissima ma riesco ad avvisare Chiara degli sviluppi.

Nel frattempo ,attendendo gli esiti delle analisi e nonostante un consistente dolore alla schiena prima sovrastato prepotentemente da quello al ventre, mi riapproprio della mia dignità motociclistica , tolgo il camice da obitorio (tiè) scivolando prima nei pantagoretex e poi con i fetoni nei miei amati stivaloni e poi maglietta termica.


La puntata di E.R. France si conclude con l’entrata in scena di una dotteressa uscita da uno dei libri delle fiabe dalla sezione pediatrica adiacente, bionda , 28/30 anni, garbatissima.
Mi spiega in inglese tutto della mia inattesa e particolare colica renale.

Poteva andare peggio… ok “Che culo”.
Prescrive farmaci , e riposo fino almeno fino al mattino.
Se l’indomani non manifesto i sintomi indicati da lei sono FIT altrimenti sono FOT…..e dovrei rientrare velocemente.
Questo è chiarissimo.
O la va o mi spacco. Lei torna nel suo libro magico ed io esco speranzoso.
Finalmente riabbraccio la mia amata ed inseparabile Elfa.

Una altrettanto gentile infermiera ci accompagna all’uscita corretta e la receptionist dell’Hopital fa arrivare un taxi in cinque minuti.

Conclusione del servizio: Ospedale di GAP 10-Ospedale di Peschiera del Garda 0.

Attendiamo sul piazzale.
Che nel mondo e anche Francia esista una letteratura e artistica intera dedicata ai taxi è risaputo.
Arriva in breve tempo “JoeleTaxi”...che è bianco. Non è come quello della canzone di vanessa paradis (canzone…per modo di dire) .
Si può dire bianco caucasico ? L’ho detto.
Il brizzolato autista sfodera una grande e potente BMW, bianca sfavillante e non un’auto francese.

BMW che costerà come la mia casa o giù di li.
Questo se la mia casa fosse rimessa a nuovo,fosse sul lungolago, avesse la piscina ,un campo da tennis e Maggiordomo incluso.


E qui pensi..”ecco ok ho salvato il rene prima e ora lo devo vendere per arrivare in albergo.”
Invece no. Con 6 euro ce la caviamo..vabbè erano 5 minuti e siamo a destinazione.

Però penso tra me e me…ma guarda che bella guida allegrotta che tiene sto JoeLeTaxi!

Raggiungiamo la nostra CHAMBRE che resta al di là della strada in una ala di edificio.
La lunga camera deve essere un set dismesso rilevato da Spazio1999 con interruttoroni avveniristici e bella se noi fossimo nati nel 1950. La moquette conferisce infine quella sensazione vintage polverosa ideale per un asmatico.

Doccia e la cena leggera verrà consumata nel ristorante del Pavillion Carina.
Una grande struttura anni 70 con molte vetrate , al cui ingresso c’è ancora mummificata la receptionist originale con acconciatura dell’epoca fissata da 3 kg di lacca siliconica ed un profumo stagionato in botti di rovere e canfora.

Fuori appena li nel parchetto ci sono pure comode comode le sdraio, nel caso in cui ci venga l’irresistibile voglia di sdraiarci con 4/5 gradi al sole…
Al piano interrato ci sta la SPA o (catacombe) che sono pure in manuntenzione.

Nel localone per la cena ci saranno tra le varie sale , 80 tavoli e 300 posti a sedere, è deserto , entriamo e ci chiedono se abbiamo prenotato.

Giovane Alain Delon …tu stai scherzando vero ?
Poi ci accompagna al tavolo, indossa una striminzita tshirt e tu ti senti davvero molto ma molto malato con la tua termica da moto, quella di cotone sopra modello Sheldon Cooper e pure il maglione pesante da sfigati preso a Leonard Hofstadter.


Ovviamente il posto ai tavoli c’è…eh gran burlone!
Cena leggera ma non quella che vorremmo. Chiediamo insalata come abbiamo fatto in altri luoghi ma non c’è.

Poi l’insalata arriva al tavolo di fianco. La dove un tizio a tavola indossa un piumino leggero. Ti rincuori a metà…almeno non ti senti l’idiota per i vestiti ,ma l’altra metà per l’insalata un po’ si. Facciamo che ci si siamo FRAINTEDU ?

Comunque per onestà la pizza seppure mangiata a metà era davvero molto buona.

Notte regolare, tra timori, osservazioni urinarie controluce varie, controllo temperatura e tastamenti vari assortiti delle zone indicate, riti scaramantici.
Finalmente al mattino danza della felicità e si richiama JOELETAXI.

Si , perchè per arrivare a recuperare la moto con i mezzi , ci avremmo impiegato due giorni con cambi e rottura di maroni dei bagagli annessi.

Chiede se sto meglio e io contento dico OUI! Devo averlo detto troppo forte.
Ci penserà lui a farmi stare male. Ci prova perlomeno.

Dopo avere prelevato euro cache appena fuori città manifesta la pazzia.. sorpasso in un colpo unico di 4 auto e camion mentre io prego ad occhi chiusi e quasi rimpiango di non avere avuto altri sintomi..ed essermi fatto RI-ricoverare.

Toprak quando frena gli fa na pippa, ma siamo in auto…
Il bivio previsto per tornare , fatto solo 24 ore prima col soccorso è giustamente e chiaramente chiuso . Così per ilarità.

Quando gira così non ci arrabbiamo nemmeno più.

Siccome lui vuole stare nel preventivo che ci ha esposto costi quel che costi (tanto) , corre.

Corre su stradine dissestate monocorsia.

Corre nelle curve cieche.

Corre con la valle a destra..ma anche a sinistra.

Corre felice …per la campagne...no quello era un altro..!
La prossima fase unica e possibile è raggiungere in volo i parapendii che vediamo volteggiare. Poi il paradiso se ce lo meritiamo ed esiste.

Io sono appeso a destra con la mano come le vecchia nonna aBelarda sollecitando la malandata cuffia dei rotatori, mentre la mano sinistra cerca di sollevare il corpo dai sussulti alla schiena che sulla Panigale di Bulega sugli appennini per casa Marmocchio saresti comodo.


L’ esperienza mi rimanda a molti ma molti ma molti anni indietro allorchè salii sua una satanica delta integrale Martini Racing pure preparata. Implorai di scendere dopo due km..montando con altri amici. Il piu’ cauto dei quali fece poi un frontale con la renault19 turbo.
Qui non avevamo alternativa.

Ci “godiamo” la classica guida di galleggiamento da cunette del deserto ma siamo in provenza..su strada dissestata asfaltata, senza vie di fuga laterali e con alberi che filano a fianco velocemente sui quali immagini già la targhetta commemorativa e la tua foto.

JOELETAXI Inchioda…..all’improvviso… “je dois pisser..” ah………..ed io che pensavo avesse scassato la macchina e uscisse a raccattare qualche pezzo!


Liberatosi del fardello liquido con internazionale sospirone , pensi che corresse per quello. No. Poi è anche peggio.

Arriviamo alla meta e gonfio di orgoglio ci mostra il tassametro. E’ stato nel preventivo.
Tariffa a cui poi dovremo aggiungere lavaggio/sostituzione mutande e prossima visita dal cardiologo.

Smonto in officina il rene destro , quello buono e lo porgo al tassista che preferisce però euro contanti per il conto.Il baratto non è ben visto qui.

Il Monsieur dell’autorimessa nel frattempo aveva messo al sicuro la moto nell’officina, saint homme!
Ringraziamo come fanno i giapponesi in un loop infinito di inchini .

Però siamo in Francia.
Concetto è quello dai…. Merci merci e davvero lo facciamo tante volte sentitamente.
Salta fuori il pacco di pasta e barattolo di sugo e me ne libero. Un petit cadeau!
Ma il primo che mi dice che i Francesi sono stronzi gli scarico un teaser sul.. naso.


Riepilogo: Ho passato la notte e mi sono svegliato meglio di come sono andato a letto.
I controlli sono andati bene.

Ho passato anche il test renale del rally…ora proviamo ad andare in moto.

In tutto questo puttanaio la moto aveva già il pieno. Almeno ‘na soddisfazione.UNA.
Infilo il Jacket Clover Fluo , mi sento già meglio , si attivano i miei MotoPoteri e mi sento come lui sotto ! Chioma, peso, anni a parte.

Postilla… ci mettiamo anche questa nella utile discussione le “moto con il becco” ?

E poi non ho mai capito perchè il minchia fosse vestito come Elvis. Misteri giapponesi..


Se siete più giovani e non lo riconoscete allora sono sicuro che avrete guidato moto nipponiche stradali persino più buffe di questa con sigle sulle carene di cui non avete mai conosciuto il significato.

Rientrato nei panni di me stesso , optiamo prudenzialmente per rientrare nei confini tramite il colle della Maddalena, meteo spettacolare e ad attenderci al valico un semaforo di blocco per lavori e apertura ore 12.00am.
Credo che il semaforo mobile sia sempre quello e qualcuno ce lo interponga lungo il tragitto pochi istanti prima del nostro arrivo.

Poi no, gli adesivi della base sono diversi e pure le catene con cui li legano ai guard-rails.
Perchè immagino a sto punto che fottersi un semaforo dalla strada e metterselo in camera evidentemente sia il sogno proibito di tanta gente. Malata.

Sono le 11:20…. e nous attendons…mentre nell’auto ferma poco distante la ragazzotta traccagnotta canta in francese a squaciagola seguendo la traccia originale…no strazio da strapparsi i maroni..i capelli sono già andati.


Lagna al cubo tra l’originale e lei che ci va sopra stonata.
Il dirupo sottostante non sembra in ‘sti momenti poi un opzione così malvagia.Per farla terminare..

Folklore locale. A noi per un periodo toccò una vicina con Masini…

Arriva uno spilungone americano che sta viaggiando per l’europa in sella ad una honda 125 bella carica. Quattro chiacchere e dopo averci associato sorridendo alla moto (italiani=guzzi) immagino la sua mente proseguire con lo stereotipo PIZZA-MAFIA-MANDOLINO.

Gli dico che il bauletto ce l’abbiamo SOLO perchè ci teniamo un fucile a canne mozze.

Ci fa i complimenti per il nostro inglese (perculandoci ovviamente) e asganauei ci prepariamo bardati di casco , guanti e sorrisi.
Lo riguardo a fianco a me e penso che quando si fermi, la possa mettere dentro al suo zaino viste le proporzioni.


Ci posizioniamo in prima fila sulla griglia di partenza poi giù la visiera e al verde scateniamo l’inferno.
Ovvero prima , seconda e se proprio proprio ma proprio dobbiamo,dentro anche la terza.
Ciondolando pigramente perchè non c’è nessuno tocchiamo le vette dei 60km/h e anche 70km/h.
Siamo FELICI, stiamo bene e siamo a spasso. CASA VUOI DI PIU?

Poi pasto caldo verso Demonte in trattoria tra camionisti , artigiani e viandanti in moto (solo noi).

Da ovest a est fino a Peveragno nulla di che.

Interfono:
Io – Dove andiamo ?
Lei – dove ti senti.

Errorone…Errorooooooooooooooooooone!

Mai dire così a uno che ha la moto con le valigie pronte per il periplo del mondo pure se ha 5/6 giorni di ferie e ne ha sputtanato uno e mezzo.

Ideona dai..
Le faccio la sorpresa e la porto al mare. Ricordo che lo ha chiesto qualche mese fa.
Anno..è più verosimile.


La strada scelta è manco a dirlo molto tortuosa. Molto.

Oggi sembra pure coglionifree a parte un fumoso pajero che vorrebbe impedirci di passarlo. Ma perchè ?
Ciccio…siamo in MODE ZEN ON…ferie…stiamo bene…frega un casso.


Non faccio in tempo a pensarlo, semaforo dei lavori , colonna superata e bye bye Beeeeeelin.

Che moto sta Guzzina!
L’autostrada ai 130 le va un po’ larga secondo me in questa configurazione “very heavy” ma per il resto è una giostra. Pensi a quante sbadilate di stradine ci siano in Italia…che per farle tutte ti ci vorrebbero 320 vite. Con tempo disponibile da pensionato e fisico da ventenne. Ne uno ne l’altro è disponibile ma va bene istess..


Dal gestore dell’appartamento indicazioni precise,ed è comodissimo al lungomare .
Ad Alassio c’è ancora chiaro. Va che bel..l’è!
Per noi 22 gradi è praticamente estate. Infatti esco in maglietta.
...SPETTACOLO e passeggiata BAINAIT e battigia.

Mattino, buona colazione nel monolocale , quattro passi sul lungo mare verso opposto alla sera, giro al muretto e relax fino alle 9:45. QUIETE TOTALE.
Le ricchissime signore botulinate attendono agghindate il servizio ai tavolini dei gran hotels di lusso. “Un cappuccino e una tiratina allo zigomo di qua grazie.”

Zic Zac , pieno benza e via verso altro tragitto improvvisato.
Mi complimento con me medesimo.
Troppo presto in quanto SP23 direzione est interrotta per il solo motivo che dobbiamo passare noi, e allora jamsession di curve con la SP15 fino a Piano Sottano e SP12 poi in direzione nordest prima attraverso MERAVIGLIOSI oliveti e poi BOSCHI.

Al colle del Melogno sulla sp 490 l’ennesima celebrazione degli sprechi italiani con bella struttura militare abbandonata, servita con contorno di automezzi arrugginiti.

Sul piazzalone furgoni con carrelli al traino scaricano arditi ciclisti stranieri per discese sicuramente fantastiche ma che richiedono perlomeno una parvenza di muscolatura..e di elasticità. Un po’ di gioventù inside sarebbe sufficiente.

Da Giovo Ligure sulla sp334 verso la sp542 che porta a Pero. Non quello triste di Milan…

Bene..bene.
Allora visto che ci siamo , guido e non soffro piu’ di tanto, andiamo a perderci su altre stradunzole.

Cosa di meglio di mettersi in modalità mappa e seguire stradine a piacere ?
Niente no ?

Al termine del parco in qualche amena località sosta BEPI (BEre-Pi…).
L’Elfa ascolta dei vecchiotti scesi dall’auto e dice “Oh ma anche qui ci sono i francesi!”.
No Amore… è genovese..

Tu hai perso un giorno delle tue striminzite ferie..ed allora, ora che puoi, vai.

Il percorso è davvero meritevole. Piani di Praglia etc…
Tutto il tragitto segnato è molto , anzi estremamente bello a parte il breve passaggio sopra il tratto genovese che offre momenti urbanistici davvero per noi difficilini da digerire.

Andiamo in su…verso gli appennini Piacentini.
Il momento del Pirla è sempre in agguato. Arriva quando meno te lo aspetti.
Da notare che tutte le mappe sopra fanno parte di un giro unico..
La terza anche, ma la mettiamo sotto perchè è un piccolo capitolo a parte.

E’ abbastanza scuro ma non del tutto. Ancora.
Mi pregusto già il momento relax ed il pensiero intrusivo in questo orario vola lontano con i ricordi..a sta roba.


Seguo fiducioso il GPS.
Ricordo che da Zerba a “destinazione Paradiso” Capannette di Pej ci fossero pochi km e mi considero in dirittura di arrivo.


NEIN!NEIN! NEIN!
… in 3 minuti siamo in piena e profondissima notturna in mezzo ai boschi e non vedevamo l’ora (anzi non vedevam na sega) di circumnavigare il Prallo tra strade dissestatissime, ghiaino, dirupi e moto come sempre overloaded. (fa fico eh …overloaded..) per altri 32, in quelle condizioni insidiosi chilometri.

Unica consolazione: una luminosissima Luna rossa che non abbiamo visto mai in vita nostra.

Ah che bella!

Ma non fai mica in tempo a pensarlo che cambi di direzione dietro al monte ?

Non abbiamo più nemmeno quella di luce a tenerci compagnia.

Preghi San Faro da Mandello che la potente luce del bifanalone continui ad assisterti. Perchè con le moto moderne con i fari sigillati le lampadine da sostituire ,se mai ve ne fosse rimasta una nei ricambi, ve le potete avvitare nelle orecchie ..e si sà che la sfiga ci vede benissimo. Anche di notte.
Prendo nota mentale…installare faretti supplementari.
Che serviranno pure a poco in caso di rottura di quello di base , ma saranno sempre meglio di niente.

Terminato il di cui sopra peniforme percorso (a volte bisognerebbe saper leggere i messaggi della natura) quando arriviamo a Capannette di Pej , ancora non mi capacito perchè il gps pur avendo impostato strada veloce ci abbia dirotatto su disastrate stradine allungando il tragitto.
Sono troppo stanco però la sera per riprendere in mano il malefico strumentopolo ed indagare.

Di capannette nulla ma c’è l’albergotto grossotto.

Checkin doccia e cena. Buona cena..e ci vuole .
IL gestore ci chiede se possiamo pagare la sera stessa.
Probabilmente teme che non arriveremo vivi al giorno seguente.
Truck Trick conto alla cassa e sono 118 euri.
Vi ho messo in conto due mezzi pensioni.
Ah benon! Perchè ? manco ancora abbiamo accennato alle colazioni!
No discussion mode e pensiamo al letto. Che ha ottimi materassi.
La presa del comodino non funziona. Così come l’anta scorrevole dell’armadio divelta e una delle due applique del bagno e ..e… Ecco perchè le due colazioni sulla groppa.. gestire in locale in culonia …non deve essere facile.

Quando ci alziamo al mattino la finestra è completamente bagnata internamente.

La colazione a buffet è striminzita. Marmellatine confezionate e burrini. Un succone.
Lo yogurt lo devo chiedere.
Ma siamo davvero in tanta ma tanta mona…intendiamoci e faranno già i miracoli.
Quindi va bene. Un giorno nella bottega di 50mq del mio paese di montagna ho sentito una turista chiedere del pesce. DI MARE.

Mettersi dall’altra parte aiuta.

Esco sul piazzale e la temperatura è inaspettatamente tiepidissima.

Le immagini del luogo a 1400mt e rotti (noi) parlano da sole.

Qui sotto il luogo che ha ispirato la celebre stairway to heaven.

Evento rarissimo: qui ritratto ,nel luogo ascetico potete osservare anche un Bonzo intento in pratica meditativa.


Ultimo giorno e si deve tornare a casetta.

Rifacciamo a ritroso la strada per Zerba.
La strada a scendere (vedi salire noi di notte) è una di quelle larghe, che quando si incrociano due auto, una sparisce regolarmente nel dirupo e buonanotte al secchio.

Da li , est verso Moglia e prima di Selva , nei pressi di una bella chiesetta avremmo dovuto svolta a destra ma il troll dispettoso ha appena posizionato il cartello di lavori in corso. Inizio : questa mattina. Eddai…troll che do maroni!
Allora su per Cerignale e Carisasca e a Marsaglia rigiriamo a SUD. Perchè non è che poi abbia sta gran smania di tornare a casa. Tratto meravigliosamente imboscato della Val’Aveto e l’alta Val Nure.
Giungiamo a Boschi e ?
Prendiamo l’ennesima micro stradina per il passo Del Crociglia. Che fi co.

A Ferriere fa caldo ed è ora di spuntino. E ? Spingiamo nelle arterie l’ultima dose di Castelmagno..”sostenitore ufficiale” delle nostre vacanze e dei prossimi problemi cardiovascolari.

A nord est, tramite la ss654 percorriamo il passo Santa Franca (prendere nota…”giro dei Santi”) e poi tutto scorre amorevolmente bene ma oramai malinconicamente sotto le nuove gommette continental.

Giunti a Lugagnano val d’Arda sp 12 , poi Busseto e da San Daniele Po mi invento qualche variante su stradine campagnole appositamente per tirar tardi e giungere nel BOX con lo stesso entusiamo dello studente che si avvicina a scuola impreparato il giorno della verifica.


Ringrazio di cuore tutto il personale medico di GAP , e le buone e belle persone che si sono adoperate prima e durante questo breve viaggio per averlo reso possibile.
L’officina Vallisari di Chiampo nelle persone di Gianluigi, Francesca e il papà.
Perchè per noi è stato un grande , grandissimo viaggio a dispetto dei soli 2000km.


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