Febbraio 2025
Finalmente il cielo svela un po’ di sole come promesso dalle previsioni meteo.
La sera precedente avevo fiduciosamente abbozzato tre idee diverse per un possibile giro.
Punti cardinali totalmente diversi. Quando si hanno le idee chiare..
Avrei un milione di cose da fare, da sistemare. Nuove, accumulate, arretrate, fossilizzate.
Nella vita e a 360 gradi.
Il tempo corre. Il “collega” di uscite in moto “ad cazzum” oggi è al lavoro. Mia moglie ko.
Ho sempre più la certezza che ci stiamo fottendo il tempo.
E uscire in moto è per me ancora uno dei migliori momenti per vivere una giornata.
Fa freddo. Attendo che l’aria scaldi un po’ per partire.
Scendo nel box e sono talmente in “sforma” che impreco nell’ infilare la spalla destra nel giubbotto. E siccome mi riesce bene ,vedo di dimenticarmi il paraschiena per ripetere il tutto con letizia fino ad arrivare a strizzare gli occhi dal dolore. Cosa mi dice il medico ? non lo so..rimandato ancora….
Quando la mano finalmente sbuca vittoriosa dalla manica e la spalla trova il riparo della protezione sagomata del giubbotto, tiro un sospiro di sollievo e sono soddisfatto della gloriosa operazione ginnica.. mi sento lo Yuri Chechi del Box. Ola del cane che abbaia..festeggia e si congratula.
Soddisfazione che dura giusto 5 secondi. Il trapuntino interno è rimasto appoggiato sulla sella della moto. Ripeto “gaio” il togli e metti per apporre suddetta imbottitura e il buon senso vorrebbe che l’articolazione si muovesse finalmente un po’ meglio e invece è ancora peggio. Concludo la vestizione da cavaliere errante con l’inserimento degli occhiali da vista , ulteriore ammenicolo fastidioso , sotto al casco, e poi i guantini. Leggeri. Perchè “NOI abbiamo paramani e le manopole riscaldate…” (prendere nota…paramani)
Al terzo “tempo” anche la mia cagnolina mi manda a quel paese e sale le scale e così scende mia moglie a vedere che non sia svenuto e capisco dallo sguardo compassionevole quanto ancora mi vuole bene..e lo sguardo sapete tutti che parla.. (tradotto in “poraccio….ma dove vuole andare ? mah…contento lui..vai vai…pure”)
Bascula aperta non senza soffrire nuovamente, accendo finalmente il guzzino, richiudo il box e parto lemme lemme dopo avere impostato la traccia per arrivare in provincia di Lodi al primo “treffen sul fiume Po”. E dannazione non c’è una volta che non mi venga in mente sta oscenità…
Non ho alcuna intenzione di fermami a dormire e quindi non ho caricato tenda etc.. Con gli acciacchi attuali anche volendo non ce la farei.. e poi non è esattamente la tipologia di “incontro” a me affine.
Mi chiedo se in realtà ne esista uno. Praticamente dovrebbe essere un “monoraduno”. il mio..
Nei “treffen” in particolare è davvero bello il clima di convivialità, la sera che scende , i falò, i racconti dei viaggiatori.
Poichè in Italia non siamo per nulla , ma proprio per nulla esterofili, abbiamo assunto ad uso comune il termine “treffen” per definire qualunque sorta di assembramento su ruote che abbia luogo in inverno, possibilmente in luoghi freddi meglio ancora se innevati. Treffen = Incontro. Punto.Ed è noto il motivo. Il riferimento ad uno dei raduni invernali più celebri in assoluto che si svolge in Germania vedi Elefanten Treffen.
Alcuni (pochi per fortuna) tra coloro che usano il termine treffen “sui social” non riescono nemmeno con l’ausilio degli strumenti moderni a scrivere la coniugazione presente del verbo avere . Sciorinano però orgogliosi termini esteri che sei tu quello che NON SA. Ovvero se non lo sai , “SALLO…”
Rispetto i partecipanti di questi gelidi ed arditi eventi. Ma li lascio in versione integrale agli altri.
E’ quasi sempre estremamente e molto ma davvero moltissimissimo meno bello per ME il momento “igienico” nelle toilettes. O nella toilette. Una e una sola in questo caso e per fortuna fisica e non chimica.
Visto il numero di presenti il bisognino frontale viene evaso educatamente nella campagna in passeggiata…da me come da altri.
WC: questo è decisamente il principale essenziale fondamentale e decisivo motivo per il quale non pernotto..in “latrina mode“.
La tenda che ho usato e continuo ad usare girando in Europa non è l’ostacolo.
Il fatto di entrare in una maleodorante e zozza cabina di plastica, venduta come wc chimico…SI.
Definiti i miei e solo miei limiti…di cui sopra, con la scusa dell’evento a fine benefico seguo quindi la traccia sul navigatore e sono presto lontano dal traffico in direzione Corno Giovine. Luogo a me totalmente sconosciuto.
Ecco , quando dico che parto a fare un giro e avviso che percorro stradine , molti mi dicono “eh si anche io!”
Nella stragrande maggioranza dei casi non lo è.
Esperienza mi dice ci sono diverse grosse tipologie di “compagni”.
– Coloro che si stufano, perchè vogliono “andare” su asfalto e ad allegre andature.
– Coloro che pensavano di fare un rally insieme a Cerrutti e Botturi .
– Coloro che “sporco e rovino la moto”. A prescindere dal valore e dal mezzo.
– Colore che devono tornare entro le…e che non possono partire prima delle..
In comune comunque tutte le categorie assimilabili a quelle sopra indicate, mi mandano a quel paese e poi buon per loro e anche per me ognuno prosegue per conto proprio. Dopo aver riempito zaini interi di epiteti in anni, a parte qualche sciagurato come me, non avviso più il gruppo ne il motoclub. Mi epiteto abbastanza da solo.
Caratteristiche ulteriori che disincentivano:
Nei giri “brekkenstrasse” (in onore ironicamente al gergo teutonico e mix dialettale)
- non ci sono piazzali in cui fermarsi e mostrare la moto
- gallerie in cui enfatizzare il rombo di uno scarico senza dbkiller facendo a gara del truzzo più rumoroso
- bar affollati in cui bere un caffè e raccontare a voce alta le imprese dell’ultima curva in piega..che confronto a loro quelli della motogp sono veri dilettanti..
- pausa “siga”
- pasti al ristorante
- pausa benzina (sto cazzo parti al mattino fallo subito il pieno!)
- kit faretti anteriori da millemila Watts rigorosamente da accendere perchè mi vedono meglio.. (no sperimentato…le nutrie le incuriosisci e cercano il contatto con la gomma anteriore..sotto)
Alla fine nei giri “brekkenStrasse” sei tu (io) , la moto e la quiete.
Amo i percorsi come questo (anche). Un misto di stradine e tratti non asfaltati nelle provincie italiane , paesini e contrade. Li ho sempre amati. Da quando sono salito in moto, mi sono sempre infilato lungo stradine in campagne e montagna. E a volte non ne sono nemmeno uscito da tali “infilate” se non con l’aiuto di qualcuno.
Ora imperversano divieti un po’ ovunque. Triste. Come al solito il comportamento di pochi danneggia una categoria intera. Ma ci sono luoghi che è bello siano ancora percorribili. E ancora mi ci infilo. E non ho imparato tantissimo. A volte , ma più raramente ancora mi trovo nei pasticci…e come dice il Ciaccia si zampetta!
Peccato però avere una gamba senza legamenti…praticamente si..sono un bel rottame.
Ci aggiungi un fisico da peso massimo e le prestazioni mie in sella sono divertenti. Per chi guarda si intende…che si diverte proprio!
Solito pianificare sulle mappe online nuovi itinerari , va da sè che non conosci i luoghi e solo ed inesorabilmente quando arrivi sulla “stradina” bianca con le ruote la scopri realmente com’è.
“Oh…..Bellissima! ” Pensi si avere fatto centro.
Essa ti ammalia..prosegui trotterellando godendoti la stradella nel suo dipanarsi nella oggi placida pianura. Poi dispettosa si svela in tutta la sua reale “magnificenza..” di viscida ed indisiosa argilla…marrone!

Sei da solo,hai una spalla ko e l’altra quasi. Ti sei già infangato una volta…solo 10 minuti prima.
Cerchi l’alternativa meno impegnativa ma sempre “brekken Mode“…navigando a vista.
Quella che si ha…di vista . Un po’ scarsa…per cui …si va dove si va..
Il GPS nel frattempo vorrebbe che tu svoltassi ora a destra attraversando un fosso…ora a sinistra abbattendo una sbarra metallica..per passare in un campo coltivato ed è allora che il tuo senso di orientamento ti riporta con grandi colpi di culo ma non sempre.. a sterrati percorribili.
Non solo il mio GPS è dotato di intelligenza artificiale..ma è stato dotato anche di uno spiccato senso dell’umorismo.
Nel frattempo quelli che dovevano essere pochi km sono triplicati e le pedaline sembrano essere simili ai vasi di argilla del film Ghost..e scatta il motivetto in testa..

Ma si va…e si procede, e il tempo in sella è comunque di qualità. PER ME.
Il “Leitmotiv” che mi gira in testa dopo è un verso di una canzone di Luciano Ligabue…che poi piano piano mi ricostruisco interamente o almeno così credo strada facendo, buca dopo buca, pozzanghera dopo pozzanghera..stradine in cui la costante è avere sempre almeno un fosso a lato se non due…

E’ incredibile. Nel pieno del nord italia, in pianura, trovarsi nel silenzio assoluto tanto da sentire il rumore dell’acqua nel fosso.

Ho parcheggiato e camminato non so quanto e non so dove sono, qua
ma so soltanto che si sente un buon profumo, un bel silenzio e l’acqua che va
lontano da me, lontano da noi, lontano dalla giostra che non si ferma mai
e c’ho il biglietto sì ma questa corsa la vorrei lasciare fare a voi
solo a voi, la lascio fare a voi,
che io sto bene qui, seduto in riva al fosso
io sto bene qui, seduto in riva al fosso.
Il mio girovagare in sella è oramai consapevolmente particolare e con il passare del tempo mi sono reso conto che molto di quello che piace a me non piace affatto agli altri. Luoghi, tempi soste,ritmi, cambi di programma.
Percorrerò così all’andata come al ritorno 150km e poichè l’itinerario è “cucito” anzi “scucito” a mano da me stesso, non incontro una moto che sia una in tutto il tragitto.
Qualche trattore, molti volatili meravigliosi a cui purtroppo non so associare un nome,(mi ci vorrebbe un ornitologo dietro mannaggia ) e tante antiche cascine diroccate .
Esse evocano in me lontanissimi ricordi di infanzia ,quando in visita da alcuni zii nella bassa bresciana le nebbie erano autentici muri e il freddo era veramente quello sotto zero.
Gente sostanzialmente di umili origini. Onesta. Gente che ha sempre lavorato duramente per vivere. O sopravvivere. Campi e stalla. Altri tempi.
Quando avere qualche “bestia” nella stalla era comunque tanta “roba”.
Quando nel fosso con le sorgive in certe zone c’erano i pesci.
Poi vennero i capannoni , le industrie. Tra di esse una per la lavorazione dei freni. L’amianto. Sparirono campi e bestie.Morirono i pesci.
Poi sparirono anche gli operai che vi avevano lavorato. Tutti. Con mali terribili.
Scomparve tra atroci dolori anche il mio caro zio. Meccanico. Che ricordo come un figo, con i suoi capelli folti e a spazzola già bianchi da giovane, con la sua Mini rossa 1300. Una cosa simile:

Caro zio sempre di poche parole, eri troppo avanti. Oggi io e mio amato Cuginone e tutta la sua famiglia , nessuno escluso guida una moto. E stiamo bene insieme ogni volta che ci troviamo.
Nel procedere come dicevo sono tantissime le fatiscenti cascine di mattoni in disfacimento, raramente sostituite da ultramoderni stabili con tetti fotovoltaici , dove moderni impianti automatizzati distribuiscono negli allevamenti le razioni.
Vorrei avvicinami ad alcun mucche , mi piacciono gli animali in genere,ma cartelli ovunque intimano di stare lontani .
Su Netflix prossimamente “La mucca assassina padana” ?
Tra soste e cazzeggi proseguo.
Qualche “leggero” ripensamento tra me e me si fa strada,riguardo questo “ameno” tragitto; perchè se dal punto di vista paesaggistico è PER ME bellissimo,fisicamente ho la sensazione di sentirmi come uno di quegli inutili e sottodimensionati deumidificatori posto in luoghi fradici..e io non potevo certamente fare di meglio per i miei acciacchi che passare tra le anse di Oglio, Adda e Po e nel migliore dei casi dei fossi.
Per farla completa, i giorni precedenti aveva anche piovuto.
Dovrei avere oltre all’ornitologo anche un paggio al seguito.
Si. Un paggio ornitologo. Che quando faccio sosta per scendere, celere mi aiuti ad aprire il ginocchio che rimane spesso in posizione “locked”. E quando sono a terra mi dica quello è un airone piuttosto di un ibis.
Che poi magari sembrano tutte uguali ste stradine. E quindi ?


Campagne nel pressi dell’Oglio
Arrivo nel primo pomeriggio con una piacevole temperatura al raduno, lascio qualcosa per beneficienza senza sottoscrivere alcuna iscrizione. Mi godo la bellissima vista in questa ansa del PO , mentre consumo felicemente il modesto pasto caldo.

Nel contempo un via vai di motociclisti con gilet smanicati carichi di toppe “al valore” dei viaggi e dei raduni sfilavano tra tavoli e tende, con diversi scontati clichè e stereotipi e che alla fine vanno bene così, fanno giustamente parte del gioco.
Un mondo quello della moto in cui ognuno di noi trova il proprio modo di viaggiare , conoscere ed evadere e stare bene. Di aggregarsi. O di restare in disparte.
Tutto normale. Molto bello. Ma ..
NON MI SONO TOLTO IL GIUBBOTTO… e poi come sono arrivato , me ne sono tornato a casa con altre variazioni stradali campagnole con qualche dolore articolare in più e qualche pensiero pesante in meno e la moto più zozza di prima.
Come sarà capitato ad alcui di voi su internet a fonte di un giro pubblicato arrivano richieste:
– Posizione ?
– Mandami la traccia GPX .
A parte mancare la modalità… “per cortesia” “potresti…” che non esiste oramai.
“-No”
E ok, passerò per A-social. Vedi titolo.
Che sembra una contraddizione vista questa pagina online.
Tra il punto A e il punto B viaggiando in moto c’è sempre un mondo da scoprire.
Ognuno dovrebbe avere il proprio secondo una personale modalità.
Per mille ovvi motivi.
Buona strada.
Nota ..sui paramani!
A chi ha disegnato , ma ancora di più avvallato questa prima versione di paramani belli quanto inefficienti (che coprono la metà dell’arto ) un sentito “ringraziamento…”
brekkenStrasse
brekken – Dal veneto brechene… ” sperdute terre spesso incolte di sterpaglie tra desolate campagne”
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